LA CELIACHIA NEI BAMBINI ITALIANI STA RADDOPPIANDO
- riccardovella49
- 11 giu 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Uno studio italiano con scoperta sorprendente, in fascia pediatrica dagli anni 90 ad oggi si è passati dallo 0,8% all'1,6%

In 25 anni, il numero dei bambini celiaci italiani è raddoppiato. Questo è il risultato di uno studio di screening condotto su circa 8000 bambini delle scuole primarie di 7 città sparse dal nord al sud della Penisola.
Il risultato è sorprendente per gli stessi autori della ricerca, che è stata presentata nel corso del sesto congresso mondiale della European Sociey for Paediatric Hepatology and Nutrition.
Gli obiettivi erano due, il primo: cercare la prevalenza attuale della celiachia in fascia pediatrica nel nostro paese, Il secondo: capire quale fosse il sommerso della celiachia ed abbiamo visto che nella fascia di popolazione 6-11 anni emerge solo il 30% dei casi, il 70% è sommerso.
I ricercatori hanno coinvolto le scuole elementari di 8 città, tre grandi centri: Roma, Milano, Bari e 5 più piccoli: Padova, Verona, Ancona, Salerno e Reggio Calabria. Col consenso delle famiglie hanno sottoposto i bambini a una puntura capillare per individuare chi tra loro fosse geneticamente predisposto ad ammalarsi. Il 40% del campione è risultato tale.
La celiachia è una patologia autoimmune da cui si guarisce completamente escludendo dalla dieta il glutine, una proteina che si trova in frumento, orzo, segale, kamut, farro. Sotto l'azione degli anticorpi antiglutine i villi intestinali (le estroflessioni della mucosa intestinale che aumentano la superficie e la capacità assorbente del tubo digerente), si appiattiscono fino a scomparire, così che l'intestino non è più in grado di assorbire efficacemente i nutrienti né di fare da barriera nei confronti delle sostanze tossiche eventualmente ingerite con gli alimenti.
Ma, detto ciò, quali sono le ragioni che possono, o potrebbero, spiegare un raddoppio della prevalenza di celiachia in età pediatrica in meno di 3 decenni? Perché, in fondo, i bambini come tutti noi, ingerivano glutine anche 25 anni fa. Una risposta a questa domanda però ancora non possiamo darla. Possiamo fare solo ipotesi: potrebbero essere coinvolte le infezioni intestinali della prima infanzia, o l'uso esteso di antibiotici, che sono farmaci che modificano la composizione del microbioma intestinale che a sua volta modula il sistema immunitario. Un'altra idea è che potrebbe essere cambiata la qualità del grano, il principale cerale consumato in Italia, forse per via dell'uso di nuovi prodotti chimici: noi non sappiamo se il frumento di oggi è più immunogeno di quello di 30 anni fa. Studi recenti hanno dimostrato che, a differenza di quanto si è ipotizzato in passato, l'età di inserimento del glutine nello svezzamento non è coinvolta nello sviluppo della malattia.
Per sottoporre a screening tutti i bambini sarebbero necessarie davvero molte risorse, ma a fronte delle eventuali complicanze provocate dalla malattia non diagnosticata la bilancia tra costi e benefici sarebbe probabilmente a favore dei benefici per la salute pubblica. C'è comunque anche un dibattito intorno all'età di screening: i celiaci sviluppano la malattia anche oltre l'età scolare. Non c'è insomma un momento preciso per riuscire con un test a individuarli tutti.
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